Famiglia

Un gigante dell’etica travolto dai subprime

La crisi di Calpers,pioniere dell'azionariato attivo è un eccezione.Perchè il ciclone dei mutui ha rilanciato in tutto il mondo l’investimento responsabile.

di Christian Benna

Anche l?etica è subprime. E viceversa. Nella peggior crisi dei mercati dalla depressione del 1929, succede che la finanza impazzita generi mostri ma, allo stesso tempo, converta spericolati trader in operatori virtuosi. Capita infatti che Calpers, il fondo pensione degli impiegati della California, pioniere dell?azionariato attivo e dell?investimento socialmente responsabile, finisca per rimpinguare il suo megaportafogli – 244 miliardi di dollari – di derivati sui crediti ad alto rischio immobiliare.

Una mossa indiretta perché si tratta di fondi dati in appalto a una società di gestione che ha lasciato sul tappeto l?1,2% del patrimonio, mandando su tutte le furie gli oltre due milioni di associati abituati a performance a doppia cifra, e ha provocato le dimissioni del ceo, Fred Buenrostro (nella foto), e il ritiro di ben 7 miliardi di dollari che erano stati affidati alle Sgr . E non solo. Perché Calpers ha in cassa 140 milioni di Cdo, altri derivati subprime che ora valgono un pugno di sabbia, venduti da Citigroup, l?istituto sull?orlo del collasso. Storia analoga è capitata al fondo pensione degli insegnanti del Texas, e a quello degli impiegati del New Mexico.

Invece c?è chi vinceMa mentre Calpers lecca le sue ferite e rinnova i vertici, il ciclone subprime innaffia di Csr gli altri fondi pensione. Lo rivela un?indagine appena pubblicata da Responsible Investment sugli asset dei principali fondi pensione del pianeta, che oggi hanno in pancia circa 1.500 miliardi di dollari. Tra questi ci sono Pggm, il fondo danese (88 miliardi di euro); Erapf, i pensionati dei servizi pubblici francesi (8,8 miliardi) e il ?piccolo? PensPlan, il fondo pensione degli impiegati pubblici del Trentino Alto Adige (500 milioni).

Interrogati dall?istituto di ricerca, i responsabili dei veicoli finanziari per una terza età serena hanno affermato di voler mettere al sicuro, sotto il tetto dell?investimento responsabile, 137 miliardi entro la fine del 2010. I 73 fondi pensione già amministrano una buona fetta di azioni, titoli di Stato e bond, secondo i dettami della finanza etica, princìpi che cambiano secondo la latitudine e le preoccupazione degli aderenti, ma uniti lungo la stessa strada della Csr degli investimenti. Chi la spunta, su tutti, sono i titoli verdi. Più della metà dei big fondi pensione ha in cassa azioni di aziende attive nell?energia rinnovabile e nelle tecnologie ?pulite?. In termini di performance i gestori assicurano rendimenti ?difensivi?, ma non da favola. Solo il 47% è convinto che la Csr delle aziende in portafoglio abbia portato benefici al fondo, mente il 43% stima che i vantaggi reali si vedranno solo a lungo termine.

Dove in Italia si procede a passo di lumaca, oltre frontiera invece si viaggia spediti: il tasso di fondi pensione che utilizzano l?azionariato attivo, partecipando alle assemblee delle società partecipate, è superiore al 66%. Ma la pioggia di miliardi che si converte alla finanza etica non si ferma qui. La paura per i subprime ha convinto in canadesi di Investor Group (5 miliardi di masse gestiti) a lanciare una linea socialmente responsabile. E la Gran Bretagna ha lanciato una settimana intera (dal 18 al 25 maggio) dedicata alla finanza sostenibile. Un impegno che paga. Nel Regno Unito ci sono più di 100 fondi Sri a disposizione dei consumatori con 9 miliardi di sterline di raccolta complessiva.

Info: www.responsible-investor.com


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